Regia di Philip Kaufman- Con Donald Sutherland – Brooke Adams – Leonard Nimoy – Genere: Dramma di fantascienza – 115 Minuti – Stati Uniti – Film per tutti
Elizabeth Driscoll da alcuni giorni nota un comportamento insolito nel marito Geoffrey e scopre i misteriosi incontri dello stesso con sconosciuti. Legata da amicizia e da impegni professionali a Matthew Bennel, viceispettore della Pubblica Sanita’, la donna manifesta allo stesso le sue perplessita’. Nello stesso tempo anche i coniugi Nancy e Jack, gestori di uno stabilimento per bagni termali e massaggi, fanno presenti a Matthew ed Elizabeth delle anomalie riscontrate nel loro locale. Orientati a trovare delle spiegazioni di carattere psicologico e nello stesso tempo sanitario , i quattro amici si mettono in contatto con il Dr. David Kibner, psichiatra e scrittore di successo….
Critica: Vincitore del Festival di Fantascienza di Avoriaz 1978, salutato dalla critica internazionale come “miglior film americano del ’78”, questo film forse non spicchera’ per “originalita’” . Infatti il medesimo titolo americano, si rifa’ fedelmente allo stesso romanzo che ha fatto da soggetto a “L’ invasione degli ultracorpi” (1956) di Don Siegel. Si tratta quindi di un remake, che allo scopo di creare tensione e spettacolo sensazionale, si avvale dei piu’ raffinati ed efficaci strumenti tecnici del cinema di genere. La riuscita dello spettacolo , dovuta tanto alle buone prestazioni degli interpreti quanto alla serieta’ del cast tecnico-artistico, puo’ indurre a seguire con esteriorita’ l’ avventura sotto la quale, viceversa, si nasconde un giudizio di tipo sociopolitico che nel 1956 si riferiva chiaramente all’ invasione spersonalizzante di certe ideologie e che oggi non e’ meno allarmante. Puo’ darsi , invece, che la distanza dai contesti che rendevano e romanzo e film inequivocabi negli anni ’50, possa attualmente trovare tutti consenzienti poiche’ ciascuno, rimanendo tranquillamente nel proprio modo di vedere, e’ pronto ad accusare le ideologie e le situazioni che non condivide come “disumanizzanti”. E’ pur sempre un contributo per la riflessione; ed e’ doveroso il fare presente che la tensione e le scene piu’ impressionanti non raggiungono mai estremi pericolosi.



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