S.O.S. FANTASMI (1988)

 

 

Regia di Richard Donner – con Bill Murray – Karen Allen – John Forsythe – Genere: Fantastico – Stati Uniti – 1988 – Normale/a colore – 96 minuti – Film per tutti
Sinossi: Frank Cross, autoritario presidente di un affermato network americano, mentre sta per mandare in onda in prossimita’ del Natale uno spettacolo ispirato ad un racconto di Dickens, viene colto da incubi ed allucinazioni. Si trova cosi’ al centro di fenomeni paranormali, con apparizioni di fantasmi che lo catapultano prima nel “Natale passato” di un’ infanzia disagiata e stenta, ma serena; indi faccia a faccia con le penose realta’ ingorate del “Natale presente” ; infine in un “Natale futuro” per assistere, atterrito e riluttante, al proprio funerale ed alla successiva cremazione.L’ impietosa e salutare “lezione” dei fantasmi lo costringe a riflettere sul significato di bonta’ e di altruismo…

 

Critica: L’ idea e’ notevole: presentare il potere a servizio dei massmedia da una parte come presenza che travolge , atterrisce, imperversa, e come forza prepotente di asservimento a mezzi utilizzati come nuova forma di esercito di conquista ; dall’ altra rinfacciare ai teleutenti , indotti alla corsa al consumismo a ripetere con passiva ottusita’ gesti, costumanze e tradizioni ormai vuote di significato e ridotte ad esteriorita’ fracassona e luccicante. Ma il tutto viene disperso , nella confezione , in una farragine di momenti narrativi disorganici affestellati da un montaggio privo di rigore e rintronati dal continuo rumore. Il risultato e’ confuso e sgangherato, e tuttavia ha piu’ spessore di quanto non sembri promettere all’ inizio. E’ forse un modo paradossale – tutto americano – di indurre a un esame di coscienza sul proprio perche’ di vita e di proporre l’ idea della bonta’ nel quotidiano, non solo nell’ attesa del Natale. Si tratta comunque di una bonta’ vaga ed epidermica, con radici labili nelle emozioni e nei ricordi, e di un futuro rappresentato mediante l’ incubo del passare del tempo e il deterrente della morte , non del trionfo della vita. Completamente assente dunque il significato profondo e definitivo del Natale, quello che da ‘ senso alla bonta’ : il Natale come divina condivisione della fatica umana di vivere nel tempo, per spalancare agli uomini orizzonti d’ immortalita’.

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