Regia di Gardner Sam – Con Herman Ruckman – Haryon Enny – Barry Prinar – John Mardion – Yay Susen – Rully Noven – Yostienes S. Rais – Michael Kelly – Belk Rahnan –
Soggetto e sceneggiatura: Anthony Tanton – Fotografia: (Scope a colore) Leo Fioole – Colonna sonora: Catot Sudarto – Montaggio: James Murksin – Durata: 87 minuti – Origine: Giappone – Produzione: Sabian Kasdani, Rapi Films – Distribuzione: Grassia (1980)
Amri, Tommy e Rika, tre giovani antropologi, ingaggiano come guida Bisma, per arrivare ai margini di una foresta inesplorata. La guida assolve il suo compito, ma i tre si inoltrano nella foresta cosi’ da farsi inghiottire da un intricato inferno di animali e di altri pericoli, fino ad incontrare le feroci tribu’ Palagan.
Critica: Il racconto sembrerebbe poggiare, in apparenza, su alcuni elementi, diciamo cosi’ “culturali”; per esempio: il gruppo di antropologi e il loro studio sul cannibalismo e cosi’ via. Ma- come sempre avviene in film superficiali – ci accorgiamo che essi stanno li come pretesto, con il quale il regista si compiace di mostrarci sequenze ripetitive e noiose, in cui la crudezza e’ il solo scopo: una crudezza fine a se stessa, nella quale e’ vano cercare contenuti culturali di natura antropologica, o sociologica, o etnografica… La fotografia e, in generale, le riprese della giungla, di danze o di altri particolari, potrebbero anche destare un certo interesse o, se vogliamo curiosita’. Ma si tratta pur sempre di materiale gia’ tante volte visto e che quindi nulla aggiunge di nuovo. Non e’ possibile nessun discorso ne’ a livello di cultura ne’ tanto meno a livello di spettacolo per le gratuite sequenze di esibizionismo e di crudelta’.


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